02 Nov Chi non è stressato oggi?
Chi non è stressato oggi? Chi si sente, tornato a casa da un turno di lavoro o da una giornata svolta in libera professione, tranquillo e rilassato? Lo stress è parte integrante della nostra vita, è fisiologico ed è una risposta più che naturale del nostro organismo a stimoli esterni che provengono dall’ambiente.
Purtroppo (o per fortuna) non molti sanno che lo stress organico ha origine fin dalla respirazione: i radicali liberi, molecole chimicamente instabili, lesive di importanti componenti biologiche del nostro organismo sono introdotti con la dieta (sbagliata), con l’aria (inquinata) e, continuamente, dall’organismo. Quando la loro produzione supera le nostre capacità di eliminarle ci troviamo in uno stato biologico nocivo chiamato stress ossidativo.
Naturalmente dobbiamo fare un grande distinguo: c’è una parte dello stress che ci aiuta ad essere performante, ad essere stimolati ed una parte che, diversamente, ci deprime, ci abbatte, ci scarica e mette a dura prova il nostro corpo conseguentemente alla nostra psiche.
Per quanto concerne le caratteristiche dello stress, Selye (1936) che può senza ombra di dubbio essere considerato il padre della ricerca sullo stress, fu il primo ad identificare due diverse tipologie di stress che lui chiamò appunto stress negativo e stress positivo.
Lo stress negativo si ha quando stimoli stressanti, ossia capaci di aumentare le secrezioni ormonali, instaurano un logorio progressivo fino alla rottura delle difese psicofisiche. Lo stress positivo lo si ha, invece, quando uno o più stimoli anche di natura diversa allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale; diviene quindi una forma di energia utilizzata per poter più agevolmente raggiungere un obiettivo.
Gli studi di Selye sono importanti non solo per decifrare lo stress, nelle sue forme, ma anche per comprendere quanto questo sia legato all’individuo che percepisce lo stress in forma assolutamente soggettiva. Da questo ne deriva la difficoltà di quantificare lo stress anche in azienda.
Pensare di inserire nell’organico aziendale due persone diverse nella stessa mansione e quindi ottenere il medesimo adattamento diviene non solo un’ingenuità ma anche un potenziale evento stressogeno che deve essere considerato come elemento stress lavoro-correlato e quindi debitamente affrontato. Persone diverse si adattano a medesime mansioni in modalità diverse! Questa in assoluto è la prima regola che dovrebbe essere considerata nella valutazione dei rischi da stress lavoro-correlati.
Come ben evidenziato dal modello di Cooper per la dinamica dello stress sul lavoro pubblicato dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (2000), non possiamo escludere la variabile “individuale” che rende ogni tentativo di indicizzazione ed omologazione piuttosto vano. A partire da questo modello sono evidenziabili fattori o fonti di stress che agiscono sull’individuo che quindi, come diretta conseguenza, emette e manifesta sintomi di stress come risposta alle pressioni contestuali e struttura, se l’azione di tali stressors è prolungata nel tempo, malattie sia a livello individuale che organizzativo.
Lo stress è diventato negli ultimi decenni argomento legislativo in tema di sicurezza del lavoro tanto che è obbligo di legge la relazione da allegare al DVR sullo stress lavoro-correlato che fornisca una serie di evidenze per azioni correttive e di miglioramento per prevenire o ridurre gli incidenti e promuovere la salute nei luoghi di lavoro.
Anche dalle indicazioni I.S.P.E.L.S. (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza del Lavoro, 2008) appare chiaro come la gestione del rischio stress lavoro-correlato e la rilevazione dei fattori influenti possa incidere almeno su tre livelli della vita professionale dei lavoratori:
- Salute: benessere e qualità della vita
- Sicurezza: minore rischio di infortuni
- Sviluppo organizzativo: maggiore produttività
Un’adeguata valutazione dei rischi da stress può offrire l’opportunità di individuare elementi critici all’interno del processo produttivo ed impostare anche un Piano Formativo adeguato e personalizzato sui bisogni specifici dell’azienda: rispondendo quindi ad un obbligo di legge le realtà aziendali possono anche ottenere una serie di rilanci per il miglioramento e l’adeguamento dei livelli formativi dei lavoratori. Le informazioni raccolte da questa metodologia sono quindi in grado di fornire al management aziendale ulteriori indicazioni sulle strategie di sviluppo organizzativo e sulla gestione dei rischi lavoro-correlati. Compiere “un viaggio ed ottenere due servizi” diviene un’efficacie elemento di questa metodologia.
Estrapolato dall’articolo integrale “Chi non è stressato oggi?” scritto dal Dott. Carlo Plaino, Psicologo e Psicoterapeuta che collabora in materia di comunicazione e gestione dello stress con Sil.Ca Consulting nostro business partner nella consulenza e nella formazione manageriale.
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