28 Feb Mente e performance
Mente e performance
Cosa spinge un campione, che si allena tutta la vita per migliorare le sue performance, a comportarsi in questo modo?
Il pugno del “Gallo”, espulsione di Gallinari nella partita Italia-Olanda
https://www.youtube.com/watch?v=g1iqDfG4NUI
La nostra mente funziona diversamente prima, durante e dopo una performance.
1) Prima della performance: abbiamo disponibilità di tempo e questo ci consente di progettare le reazioni ossia immaginiamo scenari probabili e progettiamo la nostra strategia. In questa fase si attiva la parte di cervello prefrontale ( sopra la fronte) dove risiede la nostra intelligenza e il nostro problem solving.
2) Durante la performance: siamo in esecuzione, il tempo è limitato e gli scenari previsti possono risultare molto diversi dalla progettazione ( contingenza). In questa fase si azionano processi neurologici più veloci attivati dal sistema limbico ( cervello emozionale) e dal cervello rettile ( cervelletto) che hanno un tempo di risposta decisamente più veloce e , se non siamo più che allenati, rischiamo di entrare in sequestro emotivo. Questo ci porta a reazioni come l’atleta del video. Il fattore tempo unito alla percezione dell’ambiente (situazione) crea in noi pressioni emotive che ci spingono a risposte istintive di difesa.
3) Dopo la performance: abbiamo molto tempo e questo ci mette nelle condizioni di valutare i nostri risultati. Ritorniamo “in noi” o meglio nella nostra razionalità.
Le persone e le aziende generalmente puntano molto sulla prestazione ( azione) ma poco tempo lo dedicano ad allenarsi contro lo stress emotivo, la vera variabile di successo. Più noi ci abituiamo a uscire dalla comfort zone più ci alleniamo ad esplorare nuovi ambienti (situazioni) e questo produce neuro-plasticità cioè apprendimento, capacità di gestire situazioni, benché i nostri automatismi cerebrali dicano altro.
Esercitare la mente a gestire le variabili tempo+ambiente crea elasticità mentale consentendoci di “rispondere” alle situazioni con comportamenti ponderati e più efficaci.
Articolo tratto dalla webinair in www.eq.org di Fariselli “Niente Panico! Gestire le emozioni in ambienti non confortevoli”
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