25 Set l’elefante e le “immagini nemico”
Un giorno, un conducente di elefanti ordinò ai suoi sei figli, tutti ciechi, di fare il bagno all’elefante di famiglia.
Ad ognuno venne assegnata così una certa parte del corpo dell’animale da lavare ed essi esultarono di gioia nell’attesa di scoprire come fosse fatto un elefante.
Dopo un’ora, il bagno all’elefante terminò e ognuno dei sei figli ciechi affermo ” Padre! Io so com’è fatto un elefante!”.
Il primo figlio chiese al secondo ” Allora, com’è fatto?” e il fratello minore, che aveva lavato la pancia dell’animale, rispose “L’elefante è come un muro grandissimo!”. Il primo figlio, che aveva lavato la proboscide disse con disprezzo “Stupidaggini! L’elefante è fatto come un serpente“. Il terzo figlio, che aveva lavato le orecchie si intromise e disse “Siete due stupidi! non avete capito niente! L’elefante è fatto come due foglie di banano”.
Il quarto figlio, che aveva lavato le zampe, sentendo quel bisticcio urlò “Vi sbagliate tutti! e non sapete niente! l’elefante è fatto come un albero di bao bab!”. Il quinto figlio, che aveva lavato le zanne, non resistette e si intromise affermando” Siete tutti ubriachi! l’elefante è come una dura fune che penzola dal cielo!” . Il sesto figlio, che aveva lavato la coda, scoppiò a ridere a crepapelle e disse “Ma cosa state dicendo! l’elefante è come uno scopino metallico!”.
Il padre, che era rimasto lì vicino per cuocere il riso all’elefante,ascoltò divertito quella conversazione sull’aspetto dell’animale. Ad un certo punto i suoi figli iniziarono a discutere insultandosi e volarono ceffoni e spintoni così il padre fu costretto ad intervenire urlando con tutte le sue forze ” Branco di sciocchi! smettete di litigare e sappiate che avete tutti torto e tutti ragione!“. I sei figli risposero all’unisono “Com’è possibile padre?” e lui rispose “Io ho visto tutto l’elefante e so che tutti avete ragione, perché ognuno di voi ha descritto una parte dell’animale; ma avete tutti torto, perché l’elefante intero non è un paio di zanne, né quattro zampe, né un muro, né una proboscide, bensì tutte queste cose insieme”
Come usare questa storia in azienda?
Questa simpatica storiella mi è utile quando voglio affrontare il tema delle “immagini nemico“, termine coniato da M. .Rosenberg per indicare quando ho “in testa una diagnosi, un giudizio o un’analisi su qualcun altro o su me stesso” quando metto me stesso “o un’altra persona in una scatola statica, etichettata con la definizione di chi sono o cosa fanno” è quindi un processo di de-umanizzazione che ci limita la visione di quello che gli altri sono (Ike Laster, Ed. Esserci pag. 77,78,79)
Questo concetto è fondamentale nel momento in cui andiamo ad affrontare il tema della divergenza, dell’incomprensione fino allo sfociare nel conflitto.
L’elefante è la metafora della situazione e i ciechi sono i punti di vista che ognuno di noi ha. Non vediamo mai le cose per come sono nella loro totalità ma filtriamo sempre le informazioni sulla base di “immagini nemico” che abbiamo. Quel nemico non è tanto esterno quanto un limite cognitivo che la nostra mente attua per dare un senso alla realtà dei fatti.
Iniziare un percorso formativo dalla base di tutto, cioè noi stessi, è il primo grande passo per cambiare.
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