27 Gen Io voglio, io devo …o io scelgo?
Io voglio, io devo …o io scelgo?
Nel mio linguaggio avevo una dedizione per due verbi “Io devo” e “Io voglio”.
Nonostante la mia laurea in letteratura mi donasse un vocabolario pressoché infinito del lessico italiano, alla fine usavo sempre volere e dovere. Curioso!
Le mie giornate erano scandite da continue dichiarazioni di ciò che “dovevo fare” , ciò che “dovevo essere” e di ciò che “volevo fare” e di ciò che “volevo essere“. Ad un certo punto della mia vita, iniziai a notare che non ero solo io che avevo questo “difetto linguistico” ma che la maggior parte della gente utilizzava nella vita quotidiana questi verbi. Notai in particolare che gli uomini usavano più spesso il “volere” e nelle donne invece era pressoché standard usare il “dovere”.
Le parole creano la nostra realtà, questo è scientificamente provato dalla fisica quantistica, dalla psicologia e dalle neuroscienze. E’ un dato di fatto più volte letto e sentito.
Ciò che dico, il modo in cui mi esprimo, diventa la mia realtà percepita non solo per me ma anche per chi mi ascolta.
La realtà oggettiva non esiste, esiste solo una realtà percepita (il mio modo univo di vedere me stesso e gli altri) ed è costruita abilmente dalla nostra mente.
Se il mio mondo mentale è tempestato da verbi intransigenti come volere e dovere …la mia realtà percepita sarà esattamente una successione di obblighi e schemi mentali rigidi. Inutile additate qualcun’altro o qualcos’altro come colpevole di come siamo, la verità è che siamo noi e solo noi scegliere le parole con il quale comunichiamo ogni giorno.
Volere è un verbo duro, intransigente che ti dà solo l’illusione di controllare il tuo futuro. E’ sinonimo di volontà, senza dubbio, ma allo stesso tempo si trasforma in obbligo morale che se non si raggiunge crea delusione e frustrazione.
Dovere è il verbo del nostro secolo, l’obbligo che ti sbarra la strada, è il verbo che ci fa ammalare e che procura l’infelicità. Dover avere, dover essere …. implica l’essere costretti a fare ciò che non vorremmo.
Come è possibile allora liberarsi da questa rete?
Impariamo ad utilizzare un verbo sacro: scegliere.
Io scelgo ciò che è meglio per me in quella situazione. Provate a sostituire i verbi dovere e volere con il verbo scegliere e subito vi accorgerete di quanto sia più leggero e positivo. Mentalmente ed emotivamente ci sentiamo meglio perché la scelta è un atto consapevole, un’azione diretta che non arriva dall’esterno e ci ridà il potere di agire. Ci dà serenità.
La nostra realtà percepita diventa fluida e noi diventiamo protagonisti della nostra vita che non è altro che la dichiarazione ( la comunicazione al resto del mondo attraverso le nostre parole) di chi e cosa siamo.
Scegliere significa “distinguere e determinare, tra più cose o persone, quella che sia o ci sembri più adatta allo scopo o più conveniente alle circostanze“*
Prendersi cura di noi vuol dire darci sempre l’opportunità di scegliere e questo inizia nella nostra mente, si dichiara attraverso le nostre parole e si esprime attraverso il nostro comportamento.
* definizione di “scegliere” secondo Treccani, www.treccani.it
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