19 Nov Lo stato d’essere
Lo stato d’essere
Lo stato d’essere nelle persone si rappresenta nel modo in cui ognuno di noi si vede nella propria vita. In che posizione sono “io” rispetto alla mia vita? al mio lavoro? alla mia famiglia ecc..
Per citare il testo di una canzone “c’è chi è portato al dramma e chi alla commedia” ( Il Gioco- Negrita) e questo influenza moltissimo il modo che abbiamo di re-agire o agire nelle varie situazioni della vita.
Lo stato dell’essere umano può essere rappresentato con uno schema a 4 punte:
- Stato di Ruggine è definita anche la zona dell’alibi in quanto la persona si considera vittima della vita -le persone e le situazioni sono sempre contro di lei. Alla base di questo stato di apparente vittimismo si trova sempre un vantaggio percepito (chiaramente dalla vittima stessa). La persona comunica in una modalità tale per cui il messaggio che passa è “vorrei ma non voglio” ; sicuramente vorrebbe cambiare o meglio vorrebbe che tutti gli altri intorno a lei cambiassero al fine di modificare il suo status di vittima del sistema. Il vantaggio di sentirsi vittima si crea perché la paura di cambiare è troppo forte e quindi la persona tende a mantenere il suo stato garantendosi il vantaggio di essere compatita dagli altri.
- Stato di Comfort è lo stato dell’essere che dominiamo meglio, è la zona delle abitudini e delle certezze quindi investiamo pochissima energia e ci lasciamo guidare dagli automatismi. E’ sicuramente uno stato dell’essere che tendiamo a mantenere soprattutto se lo percepiamo come zona di sicurezza. Quindi non accogliamo volentieri cambiamenti esterni e tendiamo sempre a ritornare ai nostri automatismi con un atteggiamento di resistenza.
- Stato di Challenge è la zona delle sfide, quella in cui attiviamo un cambiamento sia degli schemi mentali che, di conseguenza, del nostro modo di comunicare e agire. Possiamo entrare nello stato di sfida in maniera spontanea, perché lo stato di comfort in cui siamo inizia a starci stretto ( non abbiamo più benefici), oppure in maniera spintanea cioè non voluta ma siamo costretti a cambiare a causa di cambiamenti esterni e che stanno intaccando la nostra zona di comfort.
- Stato di Panico è la zona out-side dove perdiamo completamente la nostra capacità di intendere e volere. Si può entrare in questo stato se per esempio passiamo da uno stato di ruggine a uno di sfida in pochissimo tempo, in questo caso entriamo in uno stato di fortissima ansia che non ci permette di essere padroni della nostra vita.
Lo stato d’essere in azienda
Oggi le aziende cambiano e si ristrutturano ogni 24-36 mesi circa, in alcuni casi anche meno, quindi pongono i propri collaboratori in stato di challenge spintaneo molto spesso. Cambi di ruoli, cambi di gerarchie, cambi di business, acquisizioni e ristrutturazioni aziendali ecc.. ovviamente cambiare sulla carta è abbastanza facile ma il problema rimane nell’ingaggiare le proprie risorse. Se non c’è ingaggio non avviene nessun cambiamento e parti dell’azienda continueranno a tendere ai vecchi e cari schemi. Parti dell’azienda, soprattutto quelle operative, tenderanno a tornare in zona di comfort professionale.
Come agire attraverso la formazione?
La formazione comportamentale, intesa nel senso tradizionale dell’aula, può essere uno strumento valido fornito a supporto delle competenze ma non sufficiente. Fare aule dove si dice “siamo cambiati in meglio, ecco qua il modello” non supera i limiti dei paradigmi culturali che , volente o nolente, assimiliamo e facciamo nostri quando lavoriamo in un’azienda.
La formazione esperienziale può intervenire in uno step successivo a un processo di team coaching che risulta invece vincente per la natura stessa del metodo. Nel team coaching si agisce sulla pancia delle persone e non si scappa dal piano d’azione. La parola d’ordine è “fare” e con esso cambiano i paradigmi e si supera la zona di comfort, a noi tanto cara.
Se desideri conoscere le molte possibilità d’intervento su questo tema, scrivici a info@gaz-elle.com
Grazie e buon lavoro!
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